sabato 19 dicembre 2009

[fantascienza] I contemporanei – L’inquilino ozioso (Idle roomer - 2008) di Mike Resnick (n.1942) e Lezli Robyn (n.1982)


Chi è Mr.Valapoli? Alla fine del racconto non lo sapremo con certezza. La sua assenza immanente permea la storia di mistero e la soffonde della dolcezza con cui Maria, la protagonista invece ben presente, percepisce il fondo di malinconia e tristezza che ne caratterizza questa assenza pur così “parlante” per orecchie disposte a intendere, per un cuore in grado di provare umana solidarietà. Maria è una ragazza giovane, intelligente e sensibile ma di scarsa cultura, che rigoverna le stanze di una malmessa pensione, uno di quei luoghi dove la disperazione si declina nelle sue varie gradazioni e dove gli inquilini tendono a restare solo il breve tempo necessario per rimettersi in carreggiata o per precipitare ulteriormente; Mr.Valapoli è già rimasto per sedici mesi, praticamente è ormai stanziale: Maria non lo ha mai incontrato, sa solamente che egli è ordinatissimo, impeccabile nel tenere la sua stanzetta, le lascia sempre una mancia, è un lettore instancabile e pare vivere una vita infine bloccatasi da qualche parte per qualche motivo. Mancia a parte, i suoi unici segni di vita sono il continuo cambiare dei libri sul comodino e il suo continuo staccare la spina del telefono che continuamente Maria riattacca il giorno dopo. E una misteriosa statuetta che sembra cambiare incessantemente la sua forma. Sarà dunque un impulso di solidarietà, per questa situazione quasi di sospensione di un'esistenza dentro un limbo temporale e fisico, a spingere la giovane donna a lasciare un appunto scritto a Mr.Valapoli: poche parole di incoraggiamento. Al fondo, il senso del racconto è interamente racchiuso nella spontaneità di questo atto di partecipazione emotiva; di amore. Uno slancio istintivo a confortare le traversie di un altro, nelle prime pagine non vi è che questo, e a parte un vago sentore di mistero non si ravvisa coloritura fantastica o fantascientifica. Ma l’altro è sempre un alieno, un pianeta a noi ignoto e spesso incomprensibile anche quando la sua alienità non si riveli quella dell’abitante di altri mondi.

Con lo scorrere delle pagine e in seguito alla risposta di Mr.Valapoli al gesto di Maria scopriremo che l’abitatore della stanzuccia è davvero un abitante di un altro mondo, un reietto in fuga da nemici sconosciuti, il protagonista di una partita forse mortale giocata da attori la cui potenza ci sfugge ma che intuiamo grande, di certo superiore a quella di noi esseri umani incatenati al nostro pianeta.                                             
Il racconto funzionerebbe anche se Valapoli non fosse un “vero” alieno? Certamente sì. Ma questa sua qualità si aggiunge a una generica alterità, rafforzandola. Non nel senso che il lettore non sarebbe altrimenti in grado di cogliere il suggerimento ad avere fiducia nell’Altro e concedergli la propria, a ravvisare nell’altro un Alieno; ma nel senso che la tessitura propriamente fantascientifica impressa dagli autori infonde una particolare e specifica natura al rapporto che si instaura tra le azioni di Maria e le reazioni di Valapoli. Il ponte tra due alienità rappresentato da questo loro rapporto si arricchisce di significato nella direzione della profondità. La donna non incontrerà mai Valapoli, ma attraverso la statuina mutaforma, che in omaggio al classicissimo gadget fantascientifico si rivela un apparecchio per comunicare direttamente attraverso il pensiero, ella entra in effettivo contatto con lui. Attraverso i flash di una vita aliena non sempre comprensibile, attraverso la percezione dell’esistenza fuggiasca e nascosta, e del pericolo in cui versa Valapoli, Maria stabilirà, dalla sua posizione di oggettiva inferiorità, un definitivo vincolo di solidarietà e affetto con l’alieno, che da parte sua ricambia con sincerità. Chissà, forse è questo legame tra l’alieno sconosciuto e misterioso e la semplice ragazza a salvare la Terra da grossi guai: Resnick e Robyn restano sul vago riguardo ai nemici di Valapoli, che infine lo rintracciano e lo riportano via con sé. Cosa avrebbero potuto fare se questi invece di consegnarsi (per proteggere la ragazza e i suoi congeneri umani?) si fosse opposto? La domanda non è però così importante: L’inquilino ozioso non ci narra di un’invasione aliena scampata, ci offre semplicemente un’indicazione: non chiudiamoci all’Altro, chiunque egli – o esso – sia. Una linea tenue ma tenace nella storia della sf, che parte da nobili ascendenze in Leiber, Simak e Sturgeon, e che non stupisce vedere raccolta da un autore come Resnick, sempre attento nella sua narrativa ai riflessi squisitamente umani della fantascienza.

Il tono pacato del racconto è ben modulato sui momenti in cui la tensione della narrazione sale o si abbassa senza mai venir meno, e conferisce alla storia quel suo sapore raccolto, quasi di mestizia, che fa entrare il lettore visivamente nella squallida stanza di Valapoli, gli fa immaginare lo sguardo divertito e arguto di Rosa, l’anziana nonna di Maria, che modella il profilo psicologico di un esule, forse un disertore e della sua vita grama improvvisamente rischiarata da un inaspettato gesto di affetto. Poche pagine ma i ritratti fini dei personaggi si impongono.



Idle roomer è stato pubblicato in origine lo scorso anno sul n.26 della rivista Clarkesworld Magazine - sul cui sito è possibile leggerlo: http://clarkesworldmagazine.com/resnick_11_08/ - ed è stato appena proposto in italiano nell’antologia Pagine dal futuro pubblicata dalle Edizioni della Vigna, l’editore lombardo che nel breve periodo da che è sul mercato ha saputo caratterizzarsi per l’originalità delle sue proposte e la facilità con la quale si muove tra classici semidimenticati e autori recenti e recentissimi, tra autori italiani e di ogni altra parte del mondo. Il volume non sfugge assolutamente né a questa versatilità né tanto meno all’impronta di originalità: i racconti sono stati selezionati in base alle indicazioni e alle scelte dei frequentatori del sito di Uraniamania.



Mike Resnick e Lezli Robyn formano all’apparenza un’accoppiata alquanto improbabile, ma questo loro sodalizio sembra funzionare davvero bene. Il veterano statunitense è un recordman delle nominations ai principali premi fantascientifici, uno scrittore prodigiosamente prolifico da decenni ed è autore di alcuni veri e propri classici come Seven Views of Olduvai Gorge (che si può leggere anche online in inglese: http://subterraneanpress.com/index.php/magazine/summer-2008/fiction-seven-views-of-olduvai-gorge-by-mike-resnick/ ) e Kirinyaga; in Italia è pubblicato con discreta regolarità da ormai un quarto di secolo e si può dire goda di una notorietà abbastanza solida. Per contro, la giovane scrittrice australiana Lezli Robyn è alla sua prima storia tradotta in Italia.

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