giovedì 3 giugno 2010

Biblioteca di fantascienza VI

Christopher Anvil (1925-2009)

Lo scrittore americano Harry C. Crosby esordì nella fantascienza nel 1952, e di lì a poco adottò lo pseudonimo di "Christopher Anvil" con il quale divenne noto.

Anvil fu un classico scrittore della scuderia della rivista Astounding Stories (poi Analog) di John Campbell: competente (il più delle volte) e antropocentrico. Il suo protagonista standard ne passava di tutti colori per poi trionfare alla fine grazie al suo superiore intelletto: puro John Campbell :-)

Nella sua carriera ha pubblicato diversi romanzi e un numero consistente di racconti. In Italia è arrivata una manciata dei secondi, e uno dei primi: Quando le macchine si fermeranno (The day the machines stopped, 1964). Ristampato alcune volte, il romanzo mette in scena una situazione classica della sf e del thriller (ma parzialmente accaduta nella realtà più volte, la prima l'anno dopo la sua pubblicazione), un collasso globale dell'energia e relativo stop delle macchine, e ha consolidato una minore ma duratura fama per il suo autore: indiscutibilmente un piccolo classico.

Vale la pena segnalare anche tre dei suoi racconti, scelti da Isaac Asimov e Martin Greenberg per la serie di antologie Le Grandi Storie della Fantascienza che raccolgono anno per anno i migliori racconto (secondo Isaac&Greenberg) dal 1939 al 1963.

Contiene la novelletta Compagno mentale (Mind partner).

Contiene il racconto Tutti contro tutti (Gadget versus Trend)

Contiene il racconto Non in letteratura (Not in literature).











Edwin Lester Arnold (1857-1935)
Edwin Lester Arnold è probabilmente uno dei meno noti tra i precursori britannici della science fiction. E' stato merito dei Classici Urania aver pubblicato nel 2000 il suo libro di fantascienza Gulliver di Marte (Lieutenant Gullivar Jones, His vacation - 1905, poi stampato anche come Gulliver of Mars), una brillante fantasia planetaria che ebbe modo di ispirare i consimili romanzi di Edgar Rice Burroughs. Lo scarso successo dell'opera portò alla prematura conclusione della carriera letteraria di Arnold.

Qui è reperibile il testo inglese: http://www.gutenberg.org/etext/604

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